Danzare tra le fauci del drago. Il potere del teatro per la trasformazione nonviolenta dei conflitti
La nonviolenza può trovare nell'azione scenica uno strumento efficace per mitigare gli odi (peacekeeping), per riconciliare le parti in lotta (peacemaking), per rigenerare le relazioni sociali (peacebuilding), per trasformare i conflitti in modo nonviolento. Il teatro può aiutare le persone coinvolte in conflitti "intrattabili" o di lunga durata a guardare il mondo con altri occhi, a ridurre l'ansia e la paura, a guarire la memoria traumatica della guerra, a rigenerare il corpo alienato dalla oppressione, dall'abuso, dalla violenza. Vengono qui presentate alcune delle esperienze più significative realizzate a livello internazionale: "Il Teatro di Nascosto Hidden Theatre" di Annet Henneman; "The Freedom Theatre" di Juliano Mer Khamis; "Il Teatro Theandric" di Maria Virginia Siriu; il "Teatro dell'Oppresso" di Augusto Boal.
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