Mantova N.I.M.B.Y. Il caso cartiera e le patologie delle istituzioni
L'acronimo NIMBY (Not In My Back Yard, non nel mio cortile) viene utilizzato ormai da molto tempo per indicare l'atteggiamento di quella parte del mondo ambientalista per cui il problema locale delle emissioni industriali parrebbe risolvibile solo spostandolo altrove, «in casa d'altri» appunto. Una situazione che risulta molto evidente anche nel recente (e attuale) caso della cartiera di Mantova, da anni sotto la lente di una intricata vicenda mediatico-legale che sembra non avere fine. Il volume di Giancarlo Leoni, con dati ed argomentazioni, intende dimostrare come questa strategia sia fallimentare per il territorio e non faccia che aumentare proprio quei danni che si vorrebbero evitare, non solo ambientali ma anche sanitari e sociali. Un dato di fatto sostenuto ormai anche dal mondo scientifico ma che viene sistematicamente ignorato dalla politica, vittima di una cronica incapacità decisionale e ostaggio di opportunismi elettorali. Dopo aver tracciato sinteticamente la storia dei primi 90 anni della Cartiera Burgo, sorta sulle rive dei laghi di Mantova, il volume ne racconta le vicende più recenti: la nuova produzione che, dagli anni novanta, si basa sul riciclo della carta con il termovalorizzatore avviato nel 2001; poi la crisi del 2012 e i licenziamenti, fino alla graduale chiusura e all'acquisizione da parte di Pro-Gest: a quel punto si innesca un lungo scontro tra comitati, istituzioni e impresa che si conclude nel 2020 con la rinuncia al termovalorizzatore e con il conseguente trasferimento dei rifiuti presso l'impianto di Brescia. Nel cortile di qualcun altro, per l'appunto. Nella descrizione dello scontro tecnico-amministrativo si sottolineano le molte «patologie» emergenti delle Istituzioni, tipiche della burocrazia italiana, per le quali si ipotizzano possibili rimedi.
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