Dante e Jung. Una relazione a distanza
Nel settimo centenario dalla morte di Dante analisti junghiani hanno affiancato studiosi che accostano la Divina Commedia da angolature disparate: storica, letteraria, filosofica, teologica, ma anche antropologica, matematica, iconografica e perfino neurologica. Il loro confronto non intendeva ricercare nelle strutture portanti della Commedia le categorie della psicologia junghiana, ma le linee strutturali della psiche umana. I loro contributi colsero nei versi di Dante un sottofondo simbolico in cui giacciono i fondamentali dell'esistenza, a cui rimandano esperienze di vita usuali e inusuali, note alle tradizioni passate e presenti nella realtà contemporanea. L'approccio interdisciplinare è coerente con lo spirito junghiano, che ricerca simboli eguali in contesti culturali diversi, ma risponde anche allo spirito di Dante, che nella sua Commedia fa convergere poesia e filosofia, storia e politica, cronaca e invenzione, scienza e superstizione. Dante e Jung coltivarono entrambi la circolarità del sapere e sulla circolazione del sapere fondarono la loro esplorazione delle profondità interiori. Conoscitori acuti dell'animo umano, sono accomunati da analogie di metodo e da sensibilità psicologica; sono legati da una relazione a distanza che attraversa i secoli. Scritti di: Giuseppe Barzaghi, Riccardo Bernardini, Daniela Boccassini, Beatrice Borghi, Alessandra Castellani, Magda Di Renzo, Francesca Incensi, Angelo Malinconico, Robert M. Mercurio, Riccardo Mondo, Hanna Morgenthaler, Maurizio Nicolosi, Antonio Panaino, Laura Pasquini, Giuseppe Plazzi, Daniele Ribola, Murray Stein, Ferdinando Testa, Luigi Turinese, Giulia Valerio, Claudia Villa, Caterina Vezzoli, Claudio Widmann.
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