Il nero e il bianco. Cinque ritratti clinici di donna in un gruppo di psicodramma

Il nero e il bianco. Cinque ritratti clinici di donna in un gruppo di psicodramma

Un gruppo di psicodramma in una piccola città del Sud. Cinque donne di età ed esperienze diverse. Uno psicoterapeuta che viene da fuori. E il settimo incontro e, senza concordarlo prima, tutte arrivano vestite di nero e di bianco. Come mai? La psicoterapia è una continua ricerca di senso. Un certosino lavoro di integrazione e sintesi fra gli apporti dell'inconscio e del conscio. Il nero e il bianco sono i riferimenti cromatici delle due istanze opposte della psiche, rappresentate dal gruppo nell'abbigliamento. E sono un riferimento implicito al qui e ora del lavoro terapeutico. Questa dicotomia è anche un dato culturale dell'ambiente, che vive sul piano di quello che Winnicott ha definito "falso Sé" e Sciascia definirebbe "la cultura dell'opportunismo e della finzione". In un paese di falsità, lo scandalo di un gruppo di psicodramma è proprio questo: riunirsi, piuttosto che per rappresentare le apparenze, per rivelare la propria autenticità e approfondirne i torti e le ragioni, al di là dei (pre)giudizi e delle vergogne. Raccontarlo, attraverso le storie vere delle protagoniste, ribadisce e rinforza, sul piano sociale, questo assunto di base: la verità è terapeutica.
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