L' ineluttanza delle parole
"L'ineluttanza delle parole" è, nella sovversione del dire, provocazione sottesa a forzare sfidando da una parte la riluttanza della parola (nel libero dispiegarsi del proprio potenziale espressivo a fronte delle profondità incommensurabili del silenzio e delle sue vertiginose altitudini) e, dall'altra, l'ineluttabilità dell'esserci (in quanto parola sempre e comunque, in pensiero e in azione, nelle vocalità e nella scrittura), proprio a partire dal silenzio e nell'intento conservativo di ogni sua, seppur minima, traccia. Ed è voce che sosta, silenziosa e all'erta, sulla soglia della parola interrogando la propria intima dimora e, al tempo stesso, zattera di scrittura offerta al naufragio di ciò che nella voce appare, forse, inesprimibile ancora. È sosta di confine. Limite d'inoltre. Danza inestricabile di contatto e distanza tra confini e orizzonte, barbara e cittadina. L'avvicendarsi pulsante dei poli di una stessa, disidentica, identità.
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