Il baffo del diavolo
L'autore ci mostra un angolo di provincia abruzzese conservatosi integro nella sua "terrignità", pur essendo stato attraversato dalla guerra, dalle "pattuglie d'assalto" della ricostruzione e del boom economico, dagli echi e dai lasciti degli anni di piombo. Per farlo, l'Autore deve passare subito ai fatti. Articola dunque la narrazione secondo un percorso che abbraccia due piani espositivi: l'uno riguarda la "presentazione" di ambienti, persone e tradizioni locali, l'altro lo sviluppo e le conseguenze di una vicenda elettorale in cui confluiscono apporti di natura storiografica ed antropologica. Si può dire che la disposizione a scrivere qui è sollecitata da un robusto empito politico, di impegno civile, che nutre ininterrottamente il pensiero di Marciani. Tra l'altro, non possiamo sottacere il suo pluriennale attivismo nelle campagne ambientaliste, in manifestazioni contro guerre, genocidi, violenze e altri misfatti che hanno insanguinato l'Africa, il Medio Oriente, il Mediterraneo.
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