Uccidere spazi. Microanalisi della corrida
Che senso ha fare corride oggi? Chi è lo spettatore della corrida nell'Europa contemporanea? Da almeno tre generazioni il Tardo Occidente aspetta una fine che non arriva e recupera spazi in disuso per allestire rifugi di fortuna. La corrida è una di queste camere ambigue, dove sistema e critica al sistema coabitano per necessità come il vecchio e la sua badante. Ma l'arena è anche una parentesi vuota: ogni epoca l'ha riempita di metafore che avevano senso in quel dato momento. Allora quali aporie, quali mancanze lo spettatore della corrida porta con sé oggi nel teatro della tauromachia? Che cosa accade nel corpo-mente di chi guarda uomini e tori che cercano di uccidersi a vicenda? Con queste note dissidenti su corpo, animismo e voglia di non-ritorno, l'autore raccoglie degli appunti sul campo e li monta in una pièce a due voci: quella del ricercatore che s'interroga sul suo oggetto di studio e quella di un pubblico di affezionati o di abolizionisti che scrive in rete verso un'apocalisse virtuale. Non un libro, ma una scatola di vetrini per un saggio clinico che non sarà mai scritto. Un modo di interrogarsi sul presente attraverso un corno di toro.
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