La bella Milano
Piccoli, meravigliosi e sorridenti pezzetti sulla Milano del tempo andato! È la Milano tra le due guerre, è ancora la cittadina limitata entro le mura o poco oltre, ci sono le famiglie conosciute da sempre, i vicini, i colleghi e i personaggi di cui si racconta qualche aneddoto; è una città stabile, e gli abitanti, le vie, i numeri civici sono in una loro eternità della mente. Sullo sfondo il fascismo, come una novità di passaggio abbastanza ignorata. È una Milano che rappresenta tutta un'Italia ottocentesca che si prolunga dentro al Novecento; con le sue stagioni, le vecchie piazze, le vie coi postriboli, i caffè provinciali, le domeniche estive, tutti gli anni che si assomigliano, i tramvai, i notai, gli avvocati, i bottegai lì nati vissuti e defunti, i legatori di libri, le vetuste librerie, le feste comandate e i portinai che s'affacciano sulla strada. In mezzo a questo tempo fermo le prime intrusioni dell'epoca moderna e la diffusa malinconia di un'età che sta per finire; lo sa anche Tessa. Sono prose scritte per vari giornali, circa tra il 1936 e il 39, soprattutto per "Il Corriere del Ticino", con molta modestia e un grande affetto per le piccole cose quotidiane che passano.
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