La condanna a morte di Pietro Paolo Boscoli
Il resoconto delle ultime ore di vita di Pietro Paolo Boscoli, condannato a morte per aver progettato insieme ad Agostino Capponi un attentato contro Giuliano e i maggiorenti medicei della città di Firenze, è uno dei documenti più significativi della vicenda religiosa e politica italiana del primo Cinquecento. Scritto da Luca Della Robbia, il testo era circolato soprattutto fra gruppi fedeli agli insegnamenti di Savonarola e si situa in un momento cruciale della storia europea all'alba dello scisma di Lutero. Il resoconto fornisce un'istantanea della mentalità religiosa nel suo problematico intreccio con la politica, da una parte memore del mito repubblicano degli antichi (Bruto) e dall'altra della discussione sulla legittimità teologica del tirannicidio presente persino in san Tommaso d'Aquino. Citato da Burckhardt e successivamente studiato da Gentile e Cantimori, al di là del suo valore politico-religioso, sottolineato ancora da Adriano Prosperi nella sua introduzione, quello di Della Robbia è anche un testo di grande forza poetica che incrocia ascendenze culturali alte con altre più popolari dando vita ad un esperimento letterario di singolare efficacia e drammaticità.
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