La danza del bifolco
Mwanza Mujila, la cui scrittura è stata paragonata alla musica di Coltrane per il ritmo, a García Márquez per l’incandescenza e a Boris Vian per la visionarietà, racconta magnificamente questa danza infaticabile della frontiera africana, in cui le sciagure della storia e le commedie della vita si scontrano di continuo come i corpi dei ballerini nel purgatorio del Mambo della festa. «Mwanza Mujila, in questo romanzo strabiliante, conferma (dopo Tram 83) la sua notevole abilità» - Le Monde «Una prosa incandescente e visionaria» - Fabio Gambaro, il Venerdì-la Repubblica Una rumba indiavolata a cui è impossibile resistere, una sarabanda centroafricana tra profluvi di birre e trance da possessione: è la Danza del Bifolco, che si balla conciati di tutto punto al Mambo della festa, un locale di Lubumbashi, in Zaire.Siamo tra gli anni ’80 e ’90, il paese dopo l’Indipendenza passa per le mani di un dittatore cleptocrate, tra sommosse, tensioni etniche, fazioni nemiche, cambi di nome e di regime e una forsennata corsa ai diamanti del fiume Congo, il grande “serbatoio di sogni” anche per i derelitti e i senza-denti. Al centro del romanzo, un gruppo di bambini di strada che crescono in mezzo al bazar urbano con vari rovesci di fortuna, arrabattandosi a vivere di traffici loschi tra profetesse bicentenarie, scavatori di fango, faccendieri a vario titolo, arricchiti alcolizzati, polizia segreta e bande rivali. Col progetto finale, da adulti, di una macchina sforna-dollari, che chissà come andrà a finire…