Il partito preso degli animali
Come Francis Ponge dedicò una geniale raccolta di testi al partito preso delle cose, incitando gli uomini a uscire dal solco umano per portare uno sguardo diverso sugli oggetti, così Jean-Christophe Bailly ci invita ad aderire al partito preso degli animali. Nei saggi qui riuniti, l'autore segue piste che solo la visione e l'esistenza animale sanno aprirci: incrociando altri modi di abitare il mondo che ci circonda e dischiudendo al pensiero nuove configurazioni. Con i loro nascondigli invisibili, i suoni, i silenzi e le tracce di un'irriducibile alterità, gli animali costruiscono passaggi segreti attraverso lo spazio e il tempo condividiamo con loro - verso l'aperto di cui parlava Hilke. Un sistema di geroglifici che da sempre ci interroga e da cui possiamo imparare molto, se rompiamo l'accerchiamento dell'antropocentrismo e sperimentiamo un altro accesso al senso, contemplando i segni del sapere e del vivere animale: un volo di oche selvatiche, il passaggio di una linee, la danza notturna dei pesci - ed emerge una "potenza di manifestazione" che ci avvolge e che nessuna gabbia, nessun principio di evoluzione o ideologia del progresso posso davvero contenere.
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