Il piccolo Zaccheo detto Cinabro
"Quello che, a prima vista, si sarebbe potuto benissimo scambiare per un pezzetto di legno tutto contorto e cartilaginoso era, in effetti, un bimbo deforme, alto si e no due spanne. Il mostriciattolo si rotolava sull'erba mugolando. Aveva la testa incassata fra le spalle, una gibbosità cucurbitacea al posto della schiena e due gambette sottili come verghe di nocciolo; sembrava, insomma, un radicchio tagliato in due..." Chi può salvare dal suo destino un essere cosi mostruoso e infelice? Solo una fata un po' avventata, che crede nel potere dello scambio... Comincia così una fiaba meravigliosa, che mette in scena un personaggio che percorrerà la letteratura, da Dostoevskij ad Anna Maria Ortese. E ci avvicina piano piano, con agilità e leggerezza, alle paure e ai desideri più riposti del nostro cuore... Dopo averla letta, tante figure intorno a noi, che guardiamo con stupore, chiedendoci che cosa mai la gente veda in loro, sembreranno ricordarci qualcosa... Nel secondo volume della collana "Luce mediterranea", la favola del piccolo Zaccheo di E.T.A. Hoffmann dialoga con le illustrazioni di Steffen Faust, in un incantesimo a due voci.