Inverno alla Grand Central
"Come Jack London, Stringer è un narratore autodidatta di prima grandezza ed è sopravvissuto senza rancori e pieno di speranza all'estrema povertà, alla mancanza di un tetto sopra la testa e alla tossicodipendenza. I racconti di Lee Stringer sono cupamente avvincenti. Parlano di come i relitti umani più inutili, più sradicati e inquietanti di New York riescano a rimanere in vita giorno dopo giorno. Sono veri e propri reportage, non opere di fantasia. L'autore, che in ogni racconto è anche uno dei personaggi, per anni e anni è stato un reietto privo di dignità e rispetto di sé almeno quanto i suoi protagonisti. Però, proprio quando si faceva di crack, raccoglieva i vuoti delle lattine per un nichelino al pezzo e veniva cacciato dalla metropolitana perché distribuiva Street News, un settimanale di paria e su paria come lui, Lee Stringer scoprì un nuovo sballo. E cioè scrivere per quel giornale. Si conquistò uno scopo nella vita, si liberò della tossicodipendenza. Quest'uomo sa scrivere". (Dall'Introduzione di Kurt Vonnegut)
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