Capitano di cavalli. Romanzo di armi e d'amori
Paolo aveva spuntato la spada, ed impugnato il martello d'arme, stava menando colpi all'impazzata con effetti disastrosi per i nemici, ma era destinato a soccombere quando Diomede e alcuni suoi belligeri si buttarono come indemoniati nella mischia urlando "Testa! Testa!", e i ducali furono a loro volta costretti a indietreggiare per riorganizzare le fila. Intensa nel frattempo era la zuffa sui fossati, con un gran tirare di balestre, e i fanti s'affrontavano sulle ripe e nell'acqua, a volte perdendo per poi riconquistare le posizioni.
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