Ponte di Genova. Diario di una tragedia annunciata

Ponte di Genova. Diario di una tragedia annunciata

Strazio, dolore, indignazione, rabbia, giustizia. È sufficiente approntare la lista di ponti, strade, cavalcavia, passaggi e sottopassaggi a rischio crollo per mettersi a posto con la coscienza? Basta riunirsi, incontrarsi, esibire competenze personali, meriti e riconoscimenti conquistati dietro comode scrivanie in anni di onorato servizio per parare i colpi mortali di altri "incidenti"? Giusto limitarsi a sottoscrivere verbali roboanti, redatti nel solito babbeo burocratese, per costruirsi un sicuro rifugio morale? No, non funziona così. Non è più possibile andare avanti con queste inutili e stucchevoli esibizioni burocratiche del dopo. È arrivato il momento della confessione purificatrice. Della verità liberatoria. Nobilitante. Del riscatto etico. Delle regole da rispettare e fare rispettare. Della riscoperta di valori importanti ammassati nel dimenticatoio dell'egoismo umano. È arrivato il momento di imboccare percorsi di lealtà, verità e bellezza. Di costruire ponti di vita. Di recuperare e conservare dignità, identità e spazi sacri intoccabili di sovranità nazionale nel contesto di un nuovo e virtuoso progetto di collaborazione attiva fra Paesi dello stesso Continente, elaborato per favorire e incrementare una crescita equa e sostenibile. Questa, in definitiva, l'idea nobile di un'Europa unita voluta dai padri fondatori fra cui l'Italia. Un'Europa che sarebbe dovuta diventare il cuore dei popoli, della giustizia sociale, della solidarietà, dell'uguaglianza, della libertà, della responsabilità, della cooperazione, della democrazia. Oggi, con riferimento particolare ad alcuni temi di vitale importanza (austerity, economia, migranti), assistiamo invece allo spettacolo indecoroso di un'Europa supponente, bugiarda, litigiosa e di parte. Nata male e cresciuta peggio. Fermatevi a guardare l'immensa bellezza del creato che è dono meraviglioso, universale, indivisibile. Dono confezionato per tutti: per voi che ve la tirate immaginando di essere lo Stato e per la gente comune, persone umili e coraggiose che sono lo Stato, che lavorano, hanno famiglia, arrancano, soffrono e muoiono senza perdere mai la dignità umana. Fra le tante ipotesi, gli inquirenti stanno lavorando su una in particolare, volta ad accertare se, per far quadrare i conti senza intaccare il profitto, la corda della sicurezza non sia stata tirata troppo. A questo punto ci sta tutto. Compresa l'idea killer che le manutenzioni, le migliorie da fare per prevenire il crollo di ponti, strade, autostrade e viadotti siano state dosate nel corso degli anni con il bilancino del farmacista, alzando l'asticella del rischio fino al limite massimo, con la sciagurata convinzione di non arrivare mai al punto di rottura. Che invece, incosciente, maledetta, assassina sicumera professionale, è regolarmente arrivato, arriva puntualmente e arriverà tragicamente come prima e più di prima se, a salvaguardia della vita umana, non si adotteranno rimedi veri, efficaci, definitivi e immediati combattendo la corruzione a tutti i livelli.
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