Contro l'Italia degli zombie. Web politik e nuova politica
Il 2011 è stato l'anno di The Protester, giganteschi movimenti di protesta dal basso ovunque, ha scritto "Time"; e per una volta ha avuto ragione. Un personaggio senza volto, cioè con mille volti, sconosciuti, irriducibili a unità, anche contraddittori. Gli hanno dedicato quella copertina così cool del magazine di dicembre: una delle manifestanti di Occupy Los Angeles ritratta in una foto che ne stilizza lineamenti, cappello e bandana, fino a farla sembrare una musulmana con il velo, neanche fosse una ragazza di piazza Tahrir. Mondi incomparabili che ai media è tanto piaciuto affiancare, e che molti magari hanno creduto di poter davvero avvicinare: gli Stati Uniti e II Cairo che si danno la mano, la Primavera globale contro il potere e la finanza, o contro la dittatura. In definitiva: contro il sistema. Anche in Italia c'è stata una Primavera, ovviamente diversissima, come quelle due lo erano tra loro; anche se ne è seguito un brutto autunno, concluso nell'icona sanguinante degli scontri del 15 ottobre a Roma, alla manifestazione degli indignati. Non significa che quella Primavera sia morta, anzi. Una parte dell'Italia, quella giovane, si è finalmente svegliata e si sta facendo sentire dal web: facebook, twitter, YouTube sono il martello e lo scalpello attraverso cui molti, oggi, stanno costruendo un'alternativa all'Italia degli zombie.
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