Il sottosuolo di Napoli. Acquedotti e cavità in duemila anni di scavi
Gli acquedotti napoletani hanno una storia lunga duemilaquattrocento anni, ma nonostante le numerose testimonianze, mai nessuno ne ha prodotto un grafico o indicato accessi. Quando nel 1968 cominciai a interessarmi del sottosuolo, poco o nulla si sapeva, e persino degli stessi ricoveri antiaerei si era persa notizia, perché utilizzati come discariche delle macerie dei bombardamenti. In oltre sessant'anni di ricerche, come membro del Centro Speleologico Meridionale di cui oggi sono il presidente, ho rilevato, fotografato, cartografato e relazionato centinaia di cavità. Il tutto è raccontato e documentato in questo volume, che dovrebbe essere il vademecum non solo dei tecnici ma anche dei cittadini che vogliono sapere cosa c'è sotto Napoli. Una città dove, pur se sono stati scoperti e rilevati oltre dieci milioni di metri cubici di vuoti, essi ne rappresentano soltanto i due terzi. E poiché il sottosuolo noto è sicuro, e il sottosuolo praticato lo è ancora di più, questo mio scritto serva di sprone a continuare la ricerca nel ventre di questa città, alla quale ho dedicato tutta la mia vita.
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