Scorie. (Tutto ciò che avanza dalla vita)
Ciascuno di noi è un atlante. E un uomo, un eroe del nostro tempo che ha il coraggio, non di portare su di sé tutto il mondo - sarebbe troppo presuntuoso - ma di sopportare, sulle sue spalle, tutti "gli avanzi" che il mondo stesso gli ha riservato. Porta sulle spalle delle scorie, le sue scorie. Avete capito bene: scorie o, per meglio dire, tutto ciò che avanza dalla vita. Le mie scorie sono dodici. Dodici come i mesi di un anno. Ci saranno, perciò, racconti dell'inverno, storie della primavera, novelle dell'estate e memorie dell'autunno. Dodici mesi, quattro stagioni, a ricordo della parabola ascendente-discendente o, per chi preferisce, ciclica della vita dell'uomo. Ancora oggi, rovistando nelle scorie, si può ritrovare l'immortalità del mito, dell'archetipo, di tutti quegli exempla aeterna che fanno da sfondo alla nostra vita. Chi non ha mai avuto, nella sua vita, il suo vaso di Pandora, in cui nascondere tutte le sue paure?
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