Dallo sciopero generale alla rivolta del pane di Torino (1915-1917). La relazione Caputo sui fatti di agosto 1917
«La vera questione, in realtà, mi sembra quella dello spirito rivoluzionario della classe operaia torinese, e di come veniva declinato al suo interno il binomio pace/rivoluzione: se e quanto, cioè, dalla forte esigenza della prima - la pace - scaturisse una effettiva esigenza politica della seconda - la rivoluzione. Se si resta a livello delle avanguardie politiche, il quadro è certamente complesso, ma alla fin fine alquanto desolante nella sua prevalente costante litigiosità: la Direzione nazionale del Partito socialista che prendeva tempo convocando un Convegno nazionale a Roma nel settembre '17; i "rigidi" di Torino, Milano e Napoli, cioè i più decisi fautori dell'indissolubilità di quel binomio, molto bellicosi a parole, assai polemici nei confronti soprattutto dei propri compagni, piuttosto che verso i molti che gettavano acqua sul fuoco, con un contorno di parecchi opportunisti e di non pochi infiltrati, reclutati e finanziati dalla prefettura, dai vertici delle forze dell'ordine e dagli industriali come Giovanni Agnelli e Dante Ferraris.» Introduzione di Luciano Zani.
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