Amorosa dea
In "Amorosa dea", Bruno Bosio, sollecitato forse dall'urgenza del dire, del comunicare, dell'edificare un instrumentum valoriale, sceglie una versificazione classica, lontana da un vacuo sperimentalismo o da discutibili suggestioni dionisiache. Il suo è un vero e proprio itinerarium amoris et cordis che si dipana seguendo le varie fasi dell'innamoramento, seguendo una sorta di curva gaussiana della fenomenologia del vissuto amoroso, dall'estasi iniziale che caratterizza l'incontro con l'altra/o all'invocazione figurata delle morte.
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