I fiori del Salento
Le poesie sono collegate le une alle altre, oltre che dai "doni" del Salento, da altri segni linguistici, che concettualmente si richiamano, oppure dal medesimo segno utilizzato in diversi significati. Se si lascia al lettore il diletto di individuarli, è però importante osservare che con questo accorgimento la silloge diviene una totalità strutturata: partendo dall'eco dei lieti canti del Salento, con continui rimandi da lirica a lirica essa conduce a un omaggio finale alla luna, protettrice degli innamorati, dopo avere tratteggiato in brevi composizioni, ricche di metafore e dense di contenuto, tre grandi domande dell'umana esistenza: cosa poter fare, in cosa poter credere, in cosa poter sperare. Se riguardo al fare e al credere prevale in Antonio D'Elia il disincanto, riguardo allo sperare egli dichiara "Noi camminiamo per il nostro / sentiero, sappiamo che / domani un'altra vita ci aspetterà."
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