La banca dei reincarnati
Il realismo fantastico di Davide Riccio poggia su un sistema di reperti oggettivi che trova riscontro nella realtà. È davvero esistita, infatti, una banca che prevedeva di versare dei cospicui lasciti ereditari a chi fosse stata riconosciuta la reincarnazione vivente di un De cuius scomparso dopo avere costituito lo specifico tesoretto presso la banca a vantaggio della sua anima ritornata in vita in un nuovo corpo. La teoria della metempsicosi o reincarnazione è antichissima, per lo più diffusa nell'antica Asia, in India, in Tibet, e altrove. Similmente è riscontrato non solo da certi pranoterapeuti, ma anche da alcuni psicanalisti, l'esistenza del fenomeno della regressione, come facoltà dell'individuo, in particolare se sottoposto a ipnosi, di immedesimarsi in personaggi vissuti in tutt'altre epoche e luoghi rispetto al "qui ed ora" in cui il soggetto vive. Sulla base di questi e di altri dilettosi reperti delle umane conoscenze, lo scrittore costruisce una variopinta vicenda che ha per protagonisti principali Tumata, un guerriero papuasico della Nuova Guinea, e Orlando, un ricco discografico torinese, ritiratosi in pensione.
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