Leopardi e «il mal di Napoli» (1833-1837). Una «nuova» vita in «esilio acerbissimo»

Leopardi e «il mal di Napoli» (1833-1837). Una «nuova» vita in «esilio acerbissimo»

Questa raccolta di saggi nasce da un decennio di riflessioni e da "sette anni di intenso sodalizio con Giacomo Leopardi", nel tentativo di proporre, attraverso continui ripensamenti un discorso nuovo sull'ultimo Leopardi, senza leggere l'opera leopardiana, in modo fortemente riduttivo, come sublimazione dei mali personali. Del resto, egli stesso, nel 1832, negò che le sue "opinioni filosofiche" si dovessero intendere "come il risultato delle sofferenze particolari" e, replicando, con un tono di sfida, scrive: "io protesto contro tali invenzioni della debolezza e della volgarità, e prego i miei lettori di distruggere piuttosto le mie osservazioni ed i miei ragionamenti che di accusare le mie malattie". Supportato da un diverso canone interpretativo di taglio psicoanalitico, Carlo Di Lieto, cerca di far luce sui reali rapporti di amore/odio tra Leopardi e Ranieri e ricostruisce il tanto discusso ménage à trois di questo "romanzo familiare" con Paolina Ranieri, la sorella di Antonio, amata, fino all'idolatria, dopo la morte.
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