L'autore e i suoi traduttori. L'esempio di Claudio Magris
La traduzione è vista comunemente come un'attività solitaria e l'immagine che abbiamo del traduttore non è lontana da quelle raffigurazioni pittoriche in cui si vede san Girolamo, patrono dei traduttori, chino sul testo nella penombra del suo studio. In verità, anche altri interlocutori possono insinuarsi in quello spazio e condizionare in maniera più o meno sensibile l'attività del tradurre. Gli autori, per esempio, quando coevi, seguono spesso il lavoro dei propri traduttori, come essi stessi non mancano di raccontarci. Qualche volta tra autori e traduttori ha luogo uno scambio così intenso che viene da chiedersi come questo incida sulla traduzione e sui suoi protagonisti. E il caso dello scrittore Claudio Magris, la cui accurata e intensa partecipazione al trasformarsi dei propri testi per mano dei traduttori è oggetto di questo studio.
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