Da Porta Nuova a Corso Traiano. Movimento operaio e immigrazione meridionale a Torino. 1955-1969
Migrazioni interne e partecipazione politica definiscono negli anni Sessanta una nuova integrazione nazionale. Torino ne è motore e vittima, polo di attrazione di quasi un milione di persone che arrivano dal Nord-Est e dal Meridione con il mito della Fiat. Sindacati e partiti si occupano in maniera discontinua e spesso inefficace degli immigrati, ma finiscono per rivestire un ruolo fondamentale nel loro inserimento, contribuendo a sfumare pregiudizi regionalistici e premendo per ottenere alcuni elementari servizi d'assistenza. Sulla base di nuove fonti archivistiche e di una ricca bibliografia, il libro colma una lacuna storiografica e integra campi di studio sinora separati, nella volontà di rendere la complessità dei processi di inserimento sia dal punto di vista delle istituzioni preposte a gestirli sia di chi si trovò a viverli. La ricerca, insignita del Riconoscimento del Presidente della Repubblica del Premio "Spadolini -Nuova Antologia", ripercorre l'elaborazione teorica e le strategie adottate da Pci, Psi, Psiup, Cgil, Cisl, Uil e Acli nei due ambiti della fabbrica e dei quartieri torinesi, sottolineando come essi abbiano tratto vantaggio dall'immigrazione in termini elettorali e organizzativi, nella misura in cui riuscirono a cogliere le nuove esigenze e a mediare intorno ad esse posizioni ideologiche inizialmente inconciliabili.
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