Il malo sogno
Da un remoto crimine consumato sul corpo di una donna, un romanzo con personaggi realmente esistiti e altri vissuti, forse, solo per il coraggio di raccontare questa storia, ove tutto è vero tranne quello che è verosimile. Vero il delitto di famiglia, datato 1606 e commesso in una stanza della Villa del Toiano, nei dintorni di Bologna, per mano di aristocratici in grado di comperarsi il processo e far sì che tutti tenessero le bocche cucite. Di verosimile fantasia la storia di Lucco, gazzettiere e testimone del crimine, e di Moscatelli stampatore con officina sita nella contrada di San Vitale. Sul filo della tragica notizia, dal torchio di bottega lanciano una sfida al cuore del Palazzo con l'uno che scrive e l'altro pubblica a puntate la narrazione dell'orrendo e compassionevole Caso. Sono entrambi pazzi, sognatori, oppure profeti di una libera stampa? Nel cuore di questo romanzo, scritto in una lingua oramai dimenticata, i protagonisti le figure di sfondo i persecutori come i perseguitati si raccolgono in quel teatro che appartiene a tutti: la piazza. Qui, da secoli, passano le storie dei potenti quanto degli umili, della gente saggia e degli spiriti liberi mentre s'ascoltano le fanfaluche raccontate dai matti.
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