Cento pagine. Verso un nuovo orizzonte dei Democratici

Cento pagine. Verso un nuovo orizzonte dei Democratici

"Cento Pagine" è una raccolta di cinque saggi politici. Cinque saggi su sei argomenti, dai quali emerge la continua e inquieta ricerca di nuovi paradigmi ed una quasi eretica insofferenza dell'autore per certe pigrizie della Sinistra. L'attenzione è rivolta sia ad alcune "narrazioni", sia ad alcune "proposte" parimenti condizionate da un certo conformismo che impedisce pienamente alla Sinistra italiana di interpretar il mondo presente con chiavi inedite. Il primo dei saggi tratta del rapporto tra democrazia diretta e democrazia rappresentativa ed è un breve viaggio nella storia della filosofia; tema attualissimo che scuote uno dei capisaldi identitari della sinistra. Il secondo saggio tratta del centenario del PCI. La ricostruzione del ruolo, dell'importanza e delle eredità che l'esperienza comunista in Italia hanno lasciato alla sinistra di oggi, cerca di liberarsi di alcuni stereotipi ma non scade nell'ideologia restando agganciata il più possibile ad un rigoroso esame di carattere storicistico. Il terzo saggio tratta della figura di Giacomo Matteotti, della quale ricorre tra breve il centenario della morte. Matteotti appartiene all'alveo della sinistra riformista e del socialismo riformista. La sua figura venerate e collocata in un altarino funebre non è tuttavia sfuggita alla contesa ideologica interna alla sinistra del Novecento tra riformisti e rivoluzionari. Esaltata dai riformisti in chiave ideologica, sottovalutata dai rivoluzionari in chiave ideologica ma opposta. Matteotti si presenta invece, oggi, come figura modernissima, capace come pochi altri di coniugare riformismo e radicalità, quindi un punto di riferimento per un nuovo PD. Il quarto saggio espone organicamente la proposta, da tempo avanzata dall'autore, di superare il PD attraverso un processo costituente che porti alla nascita di un nuovo soggetto politico che metta al centro il valore della "Democrazia" e abbandoni l'idea organizzativa del "Partito" di matrice novecentesca. I "Democratici" lungi dall'essere un vago e indistinto movimento dovranno essere una rete più larga e più forte per includere energie ed esperienze che la presente forma organizzativa ed associativa della sinistra non è più in grado di raccogliere e collocare alla base di un forte progetto di cambiamento. Gli ultimi due saggi trattano di Roma, nodo centrale della politica italiana e di un progetto riformista per il Paese.
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