Plasmando riplasmando
Plasmando e riplasmando, questo è il tempo dell'arte di Tanino Liberatore. Ogni artista ha il suo tempo e la sua fatica, che in genere vengono nascosti al cospetto dell'opera finita, quella che non ha più bisogno di ritocchi. Gli stati d'animo dell'arte di Liberatore corrispondono ai vari stadi in cui si esprime il suo disegnare, ogni passaggio del suo plasmare con la matita o col computer è da considerare un'opera a se stante. Liberatore libera emozioni disegnate quando cerca e quando trova, per questo ogni suo disegno, anche il più pasticciato, in realtà non è mai incompiuto, perché è specchio fedele di come batteva il suo cuore in quel momento, di come i suoi occhi e le sue mani proiettavano all'esterno le sue immaginazioni. Tanino è uno di quei pochissimi artisti di cui bisognerebbe conservare tutto quello che crea, perché la sua arte si esprime con attimi rubati. Anzi mi piace pensare che i suoi furti avvengono direttamente nella mente di quel padre eterno, se mai c'è, che ha inventato tutto quello che siamo. In questo senso, Liberatore è un ladro di figure e di forme che poi plasma e riplasma senza sosta, fino a quando il pensiero non si sazia. Passa la vita nelle sue mani, passa la bellezza; passa la poesia che non conforta, ma scuote; passano i sogni che nessuno comanda, passa il tempo che non ci risparmia. Tutto questo mentre Liberatore plasma e riplasma il nostro giudizio universale, che non finirà mai in una Cappella Sistina, perché il destino di noi peccatori si consuma sotto l'alto dei cieli, dove ancora si sente la polvere di cui siamo fatti, dove viaggiamo sperduti in attesa che il nostro Michelangelo ci disegni. (Vincenzo Mollica)
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