A come amore
Mistero imperscrutabile, tormento e delizia, prerogativa di cuori gentili, gioia sublime alla portata dei mistici come delle prostitute. Dell'amore è stato detto tutto e il contrario di tutto. Poeti, romanzieri, filosofi di ogni tempo l'hanno cantato, celebrato, maledetto cercando di coglierne l'essenza sfuggente. Sono poche le certezze per i grandi pensatori come per l'uomo comune: una di queste è che l'amore fa soffrire le pene più atroci. E allora c'è chi, giudicandole shakespearianamente perdute, vane, ipotizza di vivere una vita senza passione. Rinunciare per non patire, astenersi per non rischiare. Ma che sapore avrebbe una vita senza il più umano e nobilitante dei sentimenti? Inutile sfuggire agli dèi, suggerisce James Hillman. Ancor più inutile sfuggire ai climax e agli anticlimax a cui Eros ci condanna. Tanto vale armarsi di qualche strumento in più, sapere dove hanno portato le riflessioni (e i battiti del cuore) di asceti, scrittori, intellettuali e amanti celebri del passato. In questo libro Colette fa eco a Platone e Nietzsche, Fanny Ardant a Rilke e Jung, in un gioco di rimandi che tocca tutte le declinazioni dell'amore: carnale, paterno, cristiano, romantico. Molto più che un breviario dei sentimenti, il percorso di Gabriele La Porta è un viaggio attraverso duemila anni di pensiero e di miti. Storie che parlano di nostalgia e di distanza, di perdita e corrispondenza. Che parlano di noi, ricordando che Amore è nostalgia dell'Uno. Che amore è quella forza capace di far esplodere l'infinito in noi. E che senza amore, noi uomini e donne siamo costretti a scontrarci con la nostra nuda finitezza.
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