La risata degli oppressi. Viramma. Vita di un'intoccabile
Il ceto più umile della società indiana è costituito da uomini e donne che venivano un tempo definiti "intoccabili", perchè impuri. Chiamati "figli di Dio" dal Mahatma Gandhi, oggi, sempre più spesso, vengono detti 'dalit', 'paraiyar'. Trasformando questa parola, i viaggiatori europei coniarono un nome che ancora oggi suona come una condanna inappellabile, perchè segnata dalla nascita: paria.Viramma è un'"oppressa"; vive a Karani, un villaggio del Tamil Nadu vicino a Pondicherry, a sud di Madras, ha dato alla luce dodici figli, lavora nei campi per una famiglia di possidenti e presta opera di levatrice. E' analfabeta, come la maggior parte dei paria, ma ha un talento straordinario per la narrazione e ha trovato chi trascrivesse in queste pagine la storia della sua vita, dall'infanzia fino al presente. Scandito dal ritmo dei lavori agricoli, dai ritmi della religione, dal mistero della nascita e dalla morte, il racconto di Viramma dà corpo con straordinaria vividezza alla raltà quotidiana di un villaggio dell'India sudorientale: il ruolo della donna e dell'uomo, la famiglia, lo sfruttamento e la fatica, la miseria, le caste, le tensioni sociali, ma anche i momenti della gioia, della festa e del desiderio. La risata, che punteggia le parole di Viramma, è l'espressione di un'umanità che non si piega, consapevole della propria dignità e nel proprio destino. Questo umorismo, talvolta amaro e sprezzante, non manca mai di sprigionare la sua forza di liberazione, di proiettare il raggio dell'intelligenza e della lucidità, della vitalità e del senso pratico.Intessuta di un linguaggio colorito, a volte sguaiato e sempre più efficace, la testimonianza orale di Viramma, in lingua tamil, è stata raccolta in lunghi anni di registrazioni da Josiane Racine, che insieme a Jean-Luc Racine l'ha trascritta e riordinata, annodata e commentata.
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