Il paese di calce
Italia, 1943: la nazione è tagliata in due dal conflitto. Dina fugge dal Nord devastato e si ritrova nel mondo immobile di un paesino siciliano dalle mura bianchissime, schiacciato dal sole e annerito dalle vesti delle sue donne, rese vedove dalla guerra. Nella piccola e chiusa famiglia che la accoglie, Dina incontra Delia e scopre, ricambiata, di amarla. L'amore diviene presto per entrambe ansia e necessità di fuga, desiderio infinito di libertà. Secondo un ritmo sincopato che molto deve al jazz tanto amato dall'autrice, uomini e donne intrecciano dialoghi fitti e pensieri convulsi, restituendoci l'immagine di un Sud caldo e cupo in cui il tempo di una passione improvvisa volge e si consuma rapidamente in tragedia. Tragedia dei costumi, della mentalità, della cultura; violenza che, negando la felicità su chi desidera per sé qualcosa di impossibile e imprevisto, agli occhi degli altri una colpa.
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