Dietro la maschera di Unabomber
All'interno della propria tana Unabomber confeziona nuovi ordigni esplosivi. E infido, astuto e organizzato. La grave carenza affettiva, la sessualità deviata, la frustrazione e la voglia di autoaffermazione spingono a mutilare donne e bambini. Si tratta di un predatore ispirato dalla tecnica di caccia di ragni e camaleonti. E protetto da una maschera d'indifferenza e solitudine, metaforicamente rappresentata da quella del teatro giapponese del No. Un criminal profiler viene segretamente infiltrato nel suo territorio di caccia, per stanarlo. E supportato da un pool di poliziotti ed esperti che operano da una base missilistica dismessa camuffata da azienda agricola. La struttura, denominata "Casale", è stata appositamente ristrutturata. Il protagonista traccia il profilo criminologico di Unabomber e si sofferma sull'analisi vittimologica, psicologica e motivazionale. Analizza dal punto di vista criminologico i serial killer, con particolare riguardo a quelli che utilizzano esplosivi. Fa alcuni accenni al determinismo fisiognomico, alla frenologia di Cesare Lombroso e alla riduzione eidetica di Husserl. Attraverso la narrativa Francesco Altan si propone di fornire risposte alle molte domande su Unabomber che molti italiani si sono posti negli ultimi anni.
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