Con fortuna di mare e forza di vento spesso t'attende un porto di tormento
«In detto anno 1481 Matthia rè d'Ungharia, mandò in Ancona un suo gran Capitano... tra li Colonnelli che con detto Capitano erano, si trovò un tal Giovanni de Tegoli Anconitano che nella impresa della recuperazione d'Otranto, si fece conoscere per pratico e generoso guerriero... Passando detto Giovanni sopra una nave d'Ancona in Alessandria d'Egitto si pose a giocare con il Padron' e scrivano di quella nave e vinse ad ambi tutte le loro mercanzie, ch'essi havevano; ondè smontati in terra detti, Padrone e Scrivano, non volevano consignare le robbe perdute giocando, e da detto Giovanni vinte: per il che venuti alle contese, e da quelle alle armi, gli ammazzò tutti dua: ma preso fù alla morte condannato. Riferito al Soldano il fatto, lo considerò egli per huomo valoroso e non solo lò liberò dalla condannagione a vita datagli da suoi Ministri: ma lo volle pigliare ancora al suo servigio, & in diverse imprese impiegatelo & in quelle valorosamente riuscitogli, salì appresso il Soldano e in tutto il suo vasto Dominio in riputazione, stima, e grandezza con non picciola gloria del nome Anconitano.» (da G. Saracini, "Notitie historiche della Città d'Ancona" - Roma M.DC.LXXV)
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