Proust o del sentimento
La sorte di "Proust o del sentimento" sembra prefigurare o accompagnare quella del suo autore: pubblicato nel '43 da Garzanti, dopo qualche consenso tra gli addetti ai lavori, questo originale esempio di prosa saggistica verrà avvolto in quel cono d'ombra che ha circondato fino alla morte, com'è noto volontaria, lo "scrittore postumo" Guido Morselli. La riscoperta di questo testo è merito soprattutto degli studiosi di Morselli, che lo hanno letto in relazione alla sua successiva scrittura narrativa e saggistica. Nell'ambito della critica proustiana invece, la ricezione sembra essere stata pressoché nulla. Eppure, sottolinea Marco Piazza nell'introduzione al volume, si tratta "di una lettura filosofica e letteraria insieme dell'opera proustiana, il cui fine è render ragione del significato unitario dell'opera, difficilmente afferrabile se ci si ferma a dar spazio esclusivamente all'estetica esplicita della "Recherche", così come essa è esposta ne "Le temps retrouvé". Una lettura originale, quella morselliana, che considera il romanzo di Proust come una sintesi di contrari, la ricreazione di una vicenda autobiografica alla luce di quel medium tra io e mondo che, nell'universo teorico del giovane Morselli, è il sentimento.
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