Sempre Franco. Marini tra sindacato, politica e istituzioni

Sempre Franco. Marini tra sindacato, politica e istituzioni

Franco Marini è stato tra i principali protagonisti della vita pubblica italiana. Segretario generale della Cisl, ministro del Lavoro, segretario nazionale del Partito popolare italiano, presidente del Senato. Assume la guida della Cisl nel 1985 prendendo il testimone da Pierre Carniti. Nel ’91 subentra allo scomparso Carlo Donat‐Cattin al dicastero del Lavoro. È accanto a Mino Martinazzoli alla nascita del Ppi. Tra i fondatori della Margherita prima e del Partito democratico poi, è uno dei padri del bipolarismo italiano. Stella polare della sua azione nel sindacato, nella politica e nelle istituzioni è la giustizia sociale, la rappresentanza delle ragioni dei più deboli. «Apparteneva alla schiera di quanti hanno saputo trasfondere nelle istituzioni la passione e il valore di aspirazioni autentiche maturate tra la gente»: sono le bellissime parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella contenute nel messaggio per la sua scomparsa. Giornalisti e commentatori, per indicarne il profilo risoluto, avevano coniato per lui la definizione di «lupo marsicano». Lui che marsicano proprio non era. Però lupo, quello sì. Animale forte, nobile, da temere, pronto a ingaggiare battaglia, arduo da piegare alla ritirata, disposto a rischiare tutto per il suo branco. Nato a San Pio delle Camere, in Abruzzo, il 9 aprile 1933. È mancato il 9 febbraio 2021.
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