Come un'estate che non tornerà più
L'atmosfera unica del Cairo rivive nei ricordi dello scrittore marocchino che ha conosciuto la città negli anni Cinquanta, da studente, in un'epoca in cui l'ascesa del nasserismo, l'effervescenza della vita intellettuale e letteraria, l'esplosione di talenti musicali e di stelle del cinema avevano fatto della capitale egiziana una grande metropoli culturale.Schegge di memoria, ricordi spontanei, immagini e personaggi - tra i quali spicca il nobel Nagib Mahfuz - si susseguono in una delle testimonianze autobiografiche più interessanti tra quelle prodotte dalla letteratura araba contemporanea. Accanto ai ricordi personali si affacciano le riflessioni politiche e letterarie, a cui fanno da sfondo il brusio incessante delle strade del Cairo, la caratteristica parlata egiziana, ma anche il silenzio carico di significato dei maestosi monumenti faraonici.
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