L'anima muore di sera
Accade a volte che uno scritto incanti per la sua capacità di far sgorgare la narrazione senza che il lettore faccia in tempo ad accorgersene. Così è successo con le "memorie dal bagnasciuga" del sottotenente d'artiglieria Carlo Casolari. Questo diario personale, ritessuto dall'autore, il figlio Paolo, sotto l'evocativo titolo "L'anima muore" di sera, traccia il percorso di otto mesi di vita militare in un avamposto sulla costa occidentale della Sicilia nel 1943 senza cedere a retorica e a moralismi. Disagi, doveri, dignità e passioni si alternano a lampi di costume, a incontri importanti e a secche riflessioni sulla vita, calati con lucido distacco di fronte alla tragedia incombente. L'agilità del racconto, la freschezza del vissuto, la ricchezza di spigolature, unite al riconoscimento dell'Ufficio Storico dell'Esercito e completate da un profilo storico e fotografico, compongono un prezioso cortometraggio sull'ultima battaglia in grigioverde prima della resa nella seconda guerra mondiale, smontando la vulgata corrente che qui ha dipinto il nostro soldato come pavido e già domo. E un'opera che rende "meno vuota" la memorialistica di parte italiana sulla dimenticata Campagna di Sicilia.
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