Tempesta dall'Est
Intorno alla metà del tredicesimo secolo le armate mongole, guidate da uno dei più geniali comandanti di tutti i tempi, saccheggiarono e bruciarono Cracovia, annientarono un esercito di cui facevano parte i cavalieri Teutonici, Templari e Ospedalieri, ossia il fior fiore della cavalleria cristiana, e umiliarono i baldi cavalieri ungheresi. Sul punto di invadere la Francia, per uno di quei casi che i credenti chiamano miracoli, rinunciarono all'attacco finale, riprendendo volontariamente la strada del ritorno verso le steppe dell'Asia Centrale. In Europa non tornarono più. Ma le loro vittorie erano state talmente schiaccianti e le disfatte in campo cristiano così totali, che per spiegare tutto questo venne creata un'immagine dei mongoli assolutamente fantastica, come di un'orda selvaggia, bestiale e senza ordine, che andava all'assalto con furia cieca e sanguinaria. Settecento anni più tardi, però, due generali che se n'intendevano, Rommel e Patton, studiarono accuratamente le raffinate tattiche mongole di guerra per adoperarle coi carri armati. Questo affascinante libro ha il merito di sottrarre la storia dei mongoli agli studi accademici e alle compilazioni professorali che inducono al sonno, riproponendola come una grande avventura dei popoli nomadi, che hanno voluto dimostrare la loro superiorità, almeno in guerra, sui popoli sedentari. E la sensazione che si ha leggendolo è quella di essere trasportati su quei cavalli che non si fermavano mai, guidati da cavalieri eccezionali, nel viaggio più avventuroso e sconvolgente che ci sia mai stato, alla conquista di un mondo che tremava sentendo il rumore sordo degli zoccoli battere sul duro terreno delle steppe.
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