Il satiro della sotterranea. Racconti urbani e gotici
Il paesaggio lussureggiante del Kerala, in India, e la vita frenetica di New York fanno da sfondo a questi racconti di Anita Nair, in cui l'autrice di "Cuccette per signora" mostra tutto il suo inimitabile stile, la sua prosa visionaria, anarchica, vitale e incandescente e la sua abilità nel fondere "con assoluta naturalezza modernità e tradizione, cielo e terra, realtà e simbolo, umano e divino" (La Stampa). Nell'incrocio e nella commistione dei due mondi, l'Oriente più antico e New York, l'avamposto più avanzato dell'Occidente, Anita Nair colloca una straordinaria galleria di personaggi, come se la terra non fosse diventata soltanto il ricettacolo globale delle merci, ma anche il luogo di un'infinita varietà di forme di vita e originali peregrinazioni creative. Ecco allora, in "Il satiro della sotterranea", Basil, un artista di mezza età, che, ossessionato dall'ombelico, "l'orifizio con cui Dio ha benedetto ogni uomo e ogni donna", "il segno che ci rivela come nessun essere umano sia perfetto o migliore di un altro", vaga nella metropolitana di New York alla ricerca dell'ombelico ideale e della musa della sua vita. Ecco, in "Cuore di gerundio", Norah che vive in una casa di riposo e palpita per il giovane fotografo che di tanto in tanto viene a farle compagnia, fino all'inevitabile delusione finale. Ecco, in "Racconto del Ringraziamento", la disperazione di Sarah che, invitata a una cena del 'Thanksgiving' si rende così ridicola, così disdicevole dal punto di vista dell'etichetta, da non poter sopportare la vergogna. Descrivendo magistralmente i riti del mondo globalizzato, la velocità, il consumismo, la ricerca della gioventù, della bellezza e delle emozioni a tutti i costi, Anita Nair mostra come i furori dell'antico universo mitico e rituale siano tutt'altro che scomparsi dal nostro mondo, soltanto in apparenza abbandonato dagli antichi déi.
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