Gordon

Gordon

È un'assolata giornata di giugno del 1946, la guerra è finita e Louisa è tornata a Londra da appena due giorni. Ha vent'otto anni ed è così inquieta e sola che, alle sei meno un quarto del pomeriggio, è seduta vicino al bancone del bar di Shepherds a guardare un uomo da sopra l'orlo del suo bicchiere. Louisa porta un abito di seta aderente, a maniche corte, stampato a macchie irregolari azzurre, rosa e malva, simile alla carta marmorizzata delle copertine dei libri di un tempo. Il bar di Shepherds, un vecchio locale col soffitto bruno e lucido che sembra caramello, è affollato, ma Louisa non passa certo inosservata. In piedi, davanti alla portantina del telefono dai pannelli dipinti a ghirlande di fiori, a destra dell'ingresso, un uomo la sta fissando da un po'. Ha un abito scuro e la camicia bianca, un aspetto raffinato ed elegante, ordinato e discreto. Quando distoglie lo sguardo dal giovane al bancone e incrocia i suoi occhi, Louise pensa per un istante che sia una checca di Myfair. L'uomo elegante, però, le si avvicina, giunge alle sue spalle e, senza darle il tempo di riaversi dalla sorpresa, le stacca le dita dal bicchiere, posa il bicchiere sulla panca, le afferra il polso e le dice: "Vieni". Louise sente il suo pollice duro premerle l'arteria pulsante ma, stordita e stupefatta dalla sua inesplicabile docilità, prende la borsetta con la mano libera e lo segue. Qualche ora dopo, sulla superficie rigida e fredda di una panchina, in un giardino di South Kensington dalle aiuole bordate da pietre imbiancate e dai fiori sbrindellati, in soli quattro lunghi secondi in cui, per la prima volta nella sua vita, si sente completamente inerme, Louise gli si concede senza ritegno. Pubblicato per la prima volta nel 1966 dalla New English Library, sotto lo pseudonimo di Louise Walbrook, "Gordon" fu in seguito proibito per oscenità in Inghilterra e in Germania. Nel 1968, l'Olympia Press, la celebre casa editrice parigina fondata da Maurice Girodias nel 1953, nel cui catalogo figurano romanzi come "Lolita", "Histoire d'O", "Zenzero" e "Pasto nudo", lo ripubblicò con un nuovo titolo, "The Demon's Feast", attribuendolo però sempre a Louise Walbrook. Soltanto nel 2001 Edith Templeton ha accettato di ripubblicarlo a nome suo con il titolo originale. Forse perché soltanto ora "Gordon" può apparire per ciò che realmente è: uno straordinario romanzo su quello stato di 'dipendenza psicologica, oltre che fisica' che costituisce la realtà più autentica dell'amore.
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