Sulla superficie della vita mondana come pattini sul ghiaccio
Il sole tramonta a San Francisco e, nei languidi istanti che cadono tra la fine della giornata di lavoro e l'inizio della vita notturna, la Youki Singe Tea Room è quasi deserta. Bizzarro e miracoloso miscuglio di Giappone ('youki' significa neve) e Francia ('singe' vuol dire scimmia), con la sua sontuosa 'boiserie' di mogano, consunta e annerita come quella di un club per soli uomini di una città coloniale, le sue lanterne giapponesi di carta con miriadi di riproduzioni di Edo (l'antica Tokyo), le sue torri Eiffel che spiccano dentro piccoli globi in cui cade la neve, le sue scimmie di pezza con il basco in capo, i suoi vetri ornati di eleganti ideogrammi e le sue pareti di carta cinese color miele, la Youki Singe Tea Room è un'istituzione a San Francisco "da circa un milione di anni", come ama dire Coco, una delle sue più assidue 'habitué'. Nel corso della sua vita, il locale ha intrattenuto immigrati italiani e ricche ereditiere californiane, 'beatnik' alcolizzati, figli dei fiori, scaricatori di porto e donne sfacciate. Ora, però, accoglie unicamente la gioventù più disincantata della città. Ragazze, come quella che siede in questo istante al tavolo che offre la visuale migliore sul viavai degli avventori, con una sigaretta accesa tra le dita macchiate dall'inchiostro della penna stilografica, una carnagione color della luna, un piccolo tatuaggio sulla parte interna della coscia con il nome dell'amato e la scritta 'inochi', vita in giapponese. Si chiama Elodie Parker e su una pagina pulita del suo diario sta annotando, alla maniera degli antichi poemi del guanciale giapponesi, gli episodi più significativi della sua vita quotidiana. Come Ginny e Selena, che tra un po' si trasferiranno nella casa dei loro sogni, come Coco, che conoscerà l'amore di un giovane uomo che rivede in lei un'altra, come Jelly e Micha, la cui adolescenza è stata segnata dall'incredibile bellezza del loro aspetto, come Suzanne che scoprirà di amare Micha, Elodie Parker desidera una cosa sola: "vivere momento per momento" e trascorrere l'esistenza "tra una festa e l'altra, scivolando sulla superficie della vita mondana come pattini sul ghiaccio". Tra vagabondaggi senza meta, amori impossibili, fragili ma irremovibili illusioni, nell'atmosfera rarefatta e ammaliante di San Francisco, Whitney Otto ritrae meravigliosamente il tenace sogno di una generazione: rimanere eternamente e irresponsabilmente giovani e vivere con la leggerezza di antichi snob giapponesi, "dimenticando la realtà... come una zucca vuota che galleggia sulla corrente del fiume".