Una vita incerta
Non è una notte fredda, ma soffiano raffiche di vento sul ponte della Polarys. Sui due lati del fiordo le rocce innevate luccicano, e Kathrine guarda la lingua di terra sparire lentamente e annegare nel riverbero arancione delle luci nelle nuvole. Impiegata alla dogana, Kathrine si è imbarcata sulla Polarys non per scovare vodka o sigarette, ma per qualcosa di molto più importante questa volta: fuggire dal villaggio dove è nata, scappare dalla landa innevata dove tutto - Russia, Finlandia, Svezia o Norvegia - appare uguale, i confini giacciono sotto la neve, e la neve ricopre e unisce ogni cosa sotto il cielo. Kathrine ha vent'otto anni, un bambino e due matrimoni alle spalle. Si è separata da Helge, il suo primo marito, perché beveva ed era violento. La mattina Helge andava a lavorare alla fabbrica del pesce, la sera andava al porto, si ubriacava e verso mezzanotte tornava a casa sulla sua vecchia Harley. Non aveva mai osato picchiarla ma lei lo disprezzava. Poi era arrivato Thomas, uno dei capi della fabbrica del pesce. Notti in un altro letto, altre mani, altre parole, che però volevano dire sempre le stesse cose: dai, vieni sotto le coperte, fa freddo, voltati, cosa vuoi? non lo so, non dire niente. Una vita incerta, simile all'indefinito paesaggio creato dalla neve, una vita in cui non si può separare il giorno dalla notte, la luce dal buio, come anche la partecipazione dall'indifferenza, l'amore dalla noia, la gioia dal dolore. Kathrine non la sopporta più. Ha preso quella nave per sapere se esiste un'altra esistenza da qualche altra parte, un posto dove il buio non si confonde con la luce e l'amore e l'odio, tutti i sentimenti, hanno confini più netti. L'ha presa forse anche per raggiungere Christian, con cui ha avuto un flirt una volta, senza scambiarsi però nemmeno un bacio. Kathrine arriverà a Oslo, vedrà Copenhagen, la costa danese, la luce e poi l'ombra, il sole e la notte, il mondo nei suoi mille colori, nelle sue infinite possibilità¿ "Grande elegia sulla vanità della vita", come ha scritto Die Welt, Una vita incerta segna la definitiva consacrazione di Peter Stamm come "uno dei più grandi talenti della letteratura di lingua tedesca".
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