Scritti 1946-2001
Questo volume raccoglie gli scritti di Ettore Sottsass, dai suoi primi articoli apparsi su "Il Politecnico" e "Comunità" negli anni del dopoguerra fino a quelli per "Casabella" e "Terrazzo" degli anni Ottanta e Novanta. Sottsass vi illumina il senso della sua opera, offrendo in tal modo un contributo diretto alla già sterminata letteratura esistente sul suo lavoro. Tuttavia, il merito maggiore di questa raccolta è che essa costituisce un'avvincente ricostruzione, avanzata da uno dei maggiori protagonisti dell'architettura e del design contemporanei, della complessa avventura del progettare e del costruire nella seconda metà del Novecento. Negli anni dell'immediato dopoguerra, Sottsass mostra innanzi tutto la necessità di superare il razionalismo in architettura, sottolineando i limiti dell'insegnamento del Bauhaus, e soffermandosi su nuovi elementi progettuali extrafunzionali: la sensorialità del colore e delle materie, la ritualità legata agli oggetti, l'arte e la cultura popolare. Gli scritti degli anni Sessanta risentono, invece, della scoperta e delle influenze delle culture orientali, e di quella indiana in particolare. Sottsass muta modo di scrivere, si esprime in prima persona con fulminanti divagazioni sui modi di vivere, abitare, vestire, mangiare, lavorare. Narra dei suoi viaggi in Oriente, in luoghi ancora poco contaminati dalla cultura industriale, e in Occidente, tra la controcultura Beat, il pacifismo, le proteste contro la guerra in Vietnam e lo sviluppo della cultura Pop. Gli anni Settanta sono gli anni della definitiva crisi del razionalismo e della politicizzazione del progetto, il tempo del 'controdesign' e dell'architettura radicale. Gli scritti di questo periodo, caratterizzati da una critica della civiltà industriale, descrivono luoghi utopici in cui l'uomo è libero dal lavoro, e si interrogano sugli effetti del consumismo, sul significato di creatività pubblica, popolo, cultura istituzionale e soprattutto sul ruolo dell'architetto nella società contemporanea. Dagli anni Ottanta in poi, Sottsass si dedica con rigore alla sua poetica. Luce, colori, muri, architetture anonime e monumentali, rovine, porte, alberi, natura e metropoli diventano gli argomenti della sua riflessione alla ricerca del significato più autentico del progettare.
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