Degli esseri si incontrano e una dolce musica si leva dai loro cuori
E' autunno a Copenhagen e la pioggia allaga i giardini disordinati del quartiere di Bronshoj, alla periferia della città. Avvolta nell'impermeabile, rapita dalla pioggia che batte contro l'ombrello, Evangeline Hansen sente che una sfrenatezza sconosciuta si sta impossessando di lei e la sta consumando. Dopo aver infilzato l'ombrello in una melma fangosa, come in un rituale segreto per l'appropriazione della terra, dell'aria e delle nuvole, Evangeline alza le braccia al cielo e lascia che la pioggia le bagni il viso. Deve esserci qualcosa di animalesco tra le canne, le pietre, nel terreno intorno, se si sente ebbra come mai le era capitato prima, incredibilmente vicina al suo amante e contemporaneamente persa in quell'immensa distesa di solitudine, con le nuvole che le scorrono sopra. Basta inutili sotterfugi! pensa Evangeline. Questa notte, mentre il temporale si abbatterà sugli alberi, trarrà la forza dalla natura scatenata e confesserà al marito il suo amore per l'altro uomo che frequenta da pochi giorni. Poiché Evangeline, come tutti i personaggi femminili di questo romanzo, rappresenta l'eros che non si può dividere in carne e anima, l'eros ardente e spirituale che premia gli sforzi fatti in suo onore con la gioia, il piacere che getta negli inferi e, con mani invisibili, riporta a galla, la passione che procura tremore e fremiti in tutto il corpo e un'infinita, strabiliante dolcezza. Come Tomba Tomb, l'ultima incarnazione dell'eros femminile in queste pagine, Evangeline Hansen sa che "esiste, grazie a Dio, qualcosa che si chiama amore tra amici, amore tra genitori e figli, e amore tra amanti, così come si chiamano di solito un uomo e una donna quando hanno rapporti sessuali" e che lei è della stessa razza di coloro che, da adulti, possono ancora cantare la filastrocca amata dai bambini danesi: "ricchi vanno in auto/ i poveri a piedi, noi ci divertiamo/ e ce ne freghiamo e arrivederci". Romanzo-culto del Novecento, amato dall'avanguardia surrealista, lettrista ("E' il più grande romanzo del secolo", scrisse dell'opera di Schade Ivan Chtcheglov, il geniale autore di "Formulario per un nuovo urbanismo") e situazionista, "Degli esseri si incontrano" appare, trascorso ormai più di mezzo secolo dalla data della sua prima pubblicazione (1944), come il vero capolavoro di tutta quella letteratura che ha cercato il riscatto della vita quotidiana e delle passioni attraverso una scrittura fatta di lampi improvvisi, e passaggi repentini ad atmosfere e mondi diversi.
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