Un uomo migliore
A Kaikurussi, un piccolo villaggio perso tra i campi e i monti del Kerala indiano, Bhasi il Pittore non è certo un uomo in vista e riverito come Vishnu, il sacerdote che dall'alba al tramonto interpella tutto il pantheon degli dei; o come Ramakrishnan, l'ex rivendugliolo divenuto magnate, che ha un'imponente cancellata di metallo attorno alla sua casa e un formidabile intreccio di linee sul palmo della sua mano; o Che Kutty, il proprietario dello spaccio che distilla liquori come oblii liquidi, capaci di stecchire un elefante in pochi secondi. Bhasi è magrolino, è sempre sporco di pittura, con occhiali come fondi di bottiglia e capelli ispidi; e quando passa per i vicoli bui del villaggio, sulle panche della sala da tè di Shankar o in mezzo alla folla che riempie la zona intorno al tempio, qualcuno lo chiama Bhasi lo Svitato e sussurra che è così per colpa di una donna irresponsabile, ché un cuore infranto lo ha, ahimè, condotto a Kaikurussi. Eppure Bhasi ha quello che nessun altro essere umano ha: la capacità di guardare nella mente e nel cuore degli altri, e di scacciare incubi e lenire ferite. Ne sa qualcosa Mukundan, il figlio di uno dei maggiorenti del villaggio che, non sapendo dove andare, è tornato a Kaikurussi, nel luogo dal quale ha cercato di fuggire tutta la vita, ed è ora alle prese con i terribili fantasmi del suo passato... Straordinario romanzo, che per il suo stile si segnala come un'opera unica nell'attuale narrativa indiana, "Un uomo migliore" è, innanzi tutto, una storia sulla facoltà dell'amicizia e dell'amore di guarire le ferite dell'anima. Esso vive perciò dell'incontro-scontro tra la complessa e infinitamente compassionevole personalità di Bhasi e la contraddittoria e ambigua personalità di Mukundan. Come in ogni opera di grande narrativa, il luogo in cui si volge la storia è, con la sua ironica e variegata galleria di caratteri, un microcosmo in cui si riconoscono, concentrate, tutte le passioni e le sofferenze del mondo.
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