L'attesa
E' l'estate del 1967 a Muji, una città del nord della Cina, e nel teatro dell'ospedale militare una compagnia di Changchun è impegnata nella messa in scena di una delle pagine più gloriose della storia cinese: "La battaglia navale del 1894" contro i giapponesi. Seduto in quinta fila, fra chi agita il ventaglio e chi mangiucchia semi di girasole, Lin Kong, il medico dell'ospedale, un uomo dal bel volto pallido e liscio, con un un paio di occhiali dalla montatura nera posati sul naso diritto, non ascolta certo la voce melodiosa degli attori né degna di uno sguardo i bambini che si rincorrono sotto il palco, armati di fionde, pistole e spade di legno, tutti con il berretto dell'esercito e i distintivi del Presidente Mao sul petto. Lin Kong non ha occhi né orecchie che per la sua donna che gli siede affianco: Manna Wu, l'infermiera alta e snella e dallo sguardo meravigliosamente brillante e vivace. Con la punta delle dita Manna Wu gli sta accarezzando il palmo della mano, come per disegnare la linea del cuore e della vita... Così nelle pagine di questo libro ha inizio la storia d'amore che vi è narrata: dal gesto indiscreto di Manna Wu, che non esita a sfidare in pubblico le convenzioni e le leggi della grande terra dell'impero rosso. Lontano, infatti, dalle sperdute parti di un villaggio di campagna, vive la donna che fu data in sposa a Lin quando lui era ancora soltanto un ragazzo: Shuyu, umile e fedele oltre misura, la taciturna moglie dai capelli troppo corvini e l'aria smunta, e dalle braccia e dalle gambe troppo sottili per riempire i vestiti. Romanzo dalla scrittura impeccabile, che ci restituisce con precisione l'eterno conflitto tra ragione e sentimento, "L'attesa" ci conduce anche nel cuore dell'irresolvibile scontro tra tradizione e modernità che ha caratterizzato e seguita tuttora a farlo, la Cina moderna.
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