Vedute sul mondo reale. Gurdjieff parla agli allievi 1917-1931
Le idee di G.I. Gurdjieff sono principalmente note ai lettori attraverso lo scritto di un suo allievo, P.D. Ouspensky, che trasmise l'insegnamento ricevuto direttamente da Gurdjieff nel libro "Frammenti di un insegnamento sconosciuto". Ouspensky ci ha lasciato una straordinaria testimonianza del lavoro fatto con Gurdjieff tra gli anni che vanno dal 1915 al 1923, e il suo libro è sempre stato ritenuto una traccia genuina di questo lavoro. Tuttavia il racconto di Ouespensky non poteva essere esaustivo, data soprattutto la natura del suo soggetto: "Le idee del Lavoro" e la figura di colui che meglio di tutti aveva incarnato queste idee, George Ivanovitch Gurdjieff. Le opere scritte direttamente da Gurdjieff parlano di un insegnamento che viene da lontano e ne lasciano intuire la grandezza nei piccoli frammenti o negli improvvisi bagliori che talvolta sorprendono il lettore più attento, ma soprattutto mettono di fronte l'uomo contemporaneo ad un insegnamento la cui vastità non cessa di soprendere. L'opera di Gurdjieff ci sorprende nel comunicarci immediatamente il senso di una novità e insieme il legame con una tradizione. In questo senso "Vedute sul mondo reale", ci offre la possibilità di gettare un ulteriore e diverso sguardo sull'insegnamento, presentandoci un aspetto del lavoro di Gurdjieff che non appare così chiaramente né nel libro di Ouspensky, né nelle opere scritte da Gurdjieff stesso. E' un libro particolare in quanto non è il frutto del lavoro di un singolo, ma presenta una serie di testimonianze di quegli incontri così frequenti che Gurdjieff aveva coi suoi allievi nei momenti più inattesi e nei luoghi più disparati. Siamo qui più vicini al cuore del "Lavoro", più vicini al momento in cui la trasmissione di questo insegnamento si faceva concreta nelll'istante del contatto diretto col "Signor Gurdjieff".