Sete. In un racconto drammatico l'esperienza di un popolo che nel deserto rinasce e trova il suo Dio
Suddivisa in tre segmenti narrativi strutturalmente compiuti e autosufficienti, questa "Trilogia del deserto" di Shualmith Hareven è tuttavia un'opera organica, un vero e proprio romanzo al quale fa da basso continuo la potenza evocativa del numero tre, che riecheggia costantemente la misteriosa contraddizione della natura di Dio. Tutti e tre i capitoli del libro, se così si possono chiamare, si articolano in forma di favola evangelica o coranica, e narrano episodi di dannazione e di conversione che hanno per protagonista il deserto.Perchè è nel deserto che la gente di Mosè conosce la perdizione, i doveri, la sottomissione, e perfino un confuso eroismo. Il deserto è il luogo in cui si erra e ci si perde, dove un popolo si aggira a tentoni, simile a un masso erratico, alla ricerca di una fonte di sopravvivenza e, forse, di un riscatto che faccia seguito a secoli di segregazione in territorio straniero, e trova nel miraggio di una terra feconda e ospitale i contorni di un'insperata identità. Il deserto è l'immensa distesa di sabbia e di pietra, ricettacolo d scorpioni e di serpenti, dove l'ombra della mano di Dio si allunga clemente per soccorrere o si ritrae impietosa lasciando inaridire aspettative e speranze di pastori votati al nomadismo e ostili ai miracoli, come il rude Eschar, per il quale credere in una volontà divina significa cedere a una tentazione di gran lunga più pericolosa che sposare una filosofia della rassegnazione. Perché i disegni di Dio, perfino quando si manifestano in tutta la loro chiarezza, recano in sé qualcosa di eccedente, un residuo di soprannaturale ambiguità che incute soggezione, paura. Ma il deserto di "Sete" è anche e soprattutto un luogo di teofania, un'oasi di spiritualità in cui l'acqua del miracolo zampilla improvvisa da recessi nascosti, talvolta per dissetare gole stremate e avide di certezze, stanche di mettere insieme il giorno con la notte senza sapere a che santo votarsi o quale demone maledire, talvolta per [...]