Un matrimonio senza musicanti
Sholem Aleichem sa cogliere l'unità profonda dell'esperienza umana, nella quale commedia e tragedia sono indistinguibili e non separabili, pena la loro trasformazione in pagine di un atlante anatomico. Questa unità è minata dallo sviluppo capitalistico, che contrappone la nascente Großstadt industriale al piccolo Shtetl, il successo dell'individuo alla tenuta della comunità, con la conseguente perdita della dimensione "verticale" dell'uomo. Nell'opporsi all'"universalità del soggettivismo proclamata dal romanzo classico" (Magris), Sholem Aleichem non si limita a fare la cronaca "di una cultura morta in una lingua morta" (Nissan), bensì stabilisce una linea di continuità tra passato e presente, pur se quest'ultimo è visto come instabile e poco amichevole. In lui "l'arcaico smaschera le illusioni del passato prossimo e quindi del moderno e svela come falsi i surrogati dei valori trascendenti a ermati dall'individualismo classico" (Magris). Quale strada dunque resta ancora aperta se non quella dell'ironia, del Witz, del sorriso che coglie l'inconsistenza del mondo sub specie aeternitatis e, nello stesso tempo, manifesta un sentimento di "con-passione" per l'umanità tutta?
Al momento non disponibile, ordinabile in 3 settimane circa