Affioramenti
"Affioramenti" è una silloge poetica che dall'esperienza sviluppa valori ed ideali secondo un movimento generativo morale. Il titolo si riferisce all'esistenza frammentata dell'Uomo che riemerge nell'analisi interiore attraverso sia i dispositivi sia due sezioni in cui è articolata l'opera: Velature, in cui si esamina la realtà ricoperta dall'inconoscibilità delle esperienze che ne deformano la comprensione e l'interpretazione, lasciandone tuttavia intuire la natura, ed Assoluzione, che si incentra sul solvimento della ricerca, sulla consapevolezza rimandata della realtà che si rivela come una colpa esistenziale, inizio di un percorso assimilabile ad una espiazione al termine della quale, elaborata una critica di sé, si raggiunge temporaneamente una metaforica liberazione. Rivelate dietro la superficie implicazioni sostanziali, il cui approfondimento assume valore gnoseologico, dal velo che confonde la comprensione della realtà, attraverso la dolorosa rivelazione della propria cecità, quasi quale un sacrale assolvimento dall'errore dell'ottusità e della paura, l'Uomo tenta un'interpretazione del Vero e di Sé nel Vero stesso attraverso la lettura a più livelli dell'esistenza. Le isotopie più significative della prima parte si innestano sulla ricerca del Senso dell'esistere e sul dolore che nasce dalla sua incomprensione. Nonostante ciò, è possibile una riconciliazione temporanea con la coscienza della limitatezza umana fino all'estrema conseguenza per cui vivere è sparire, in una condizione di solitudine, lenita dalla bellezza nascosta nel dolore dell'irripetibile, nel rimpianto, nell'incompiuto. Questa condizione esercita sull'Uomo una pressione urgente che sforza la superficie della sua personalità che mai si frange né si allevia, imponendole una tensione costante. Nella seconda parte si ammette che l'Uomo possa raggiungere una pausa nella ricerca incessante, da cui deve derivare il coraggio per comprendere la propria condizione esistenziale, a cui tuttavia è preclusa una piena compassione e quindi una pacificazione con sé. La coscienza di questo decentramento dell'Uomo si compie nella marginalità universale e casuale di un fatto o di un pensiero che sembra aver ricoperto un Senso soggettivo fondamentale, risultando invece solo uno dei tanti avvenimenti anonimi all'interno di un mondo non univoco. Attraverso le connessioni anforiche tra componimenti in cui spiccano le metafore della trama e della filigrana, l'Uomo, quasi annullatosi, intravvede in controluce sprazzi di Vero, la cui sottovalutazione è superabile solo recuperando la propria natura fuori dal peso insopportabile del Non-vivere, sublimazione che tuttavia realizza solo raramente la piena Umanità. L'osservazione della tensione dell'interiorità umana, che da un piano esperienziale si traspone su uno morale, alla ricerca costante di una pur momentanea liberazione spirituale, pur conservando la specificità di ogni poesia, si espande in tutto il libro, sia dialogando con i numerosi modelli letterari sia informando di sé ad un livello superiore tutta l'opera.
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